SITI TERRENI

SITI TERRENI

Quando si valutano i terreni per potenziali investimenti, soprattutto per quanto riguarda l’installazione di impianti fotovoltaici o altri progetti di energia rinnovabile, è cruciale considerare la percentuale di utilizzo del suolo permessa dalla normativa regionale.

 

Questa percentuale determina quanto spazio effettivo può essere utilizzato per lo sviluppo del progetto rispetto all’intera area del terreno.

 

La percentuale di utilizzo del suolo varia significativamente da una regione all’altra e può dipendere da vari fattori, tra cui:

  • La tipologia di terreno: Terreni agricoli, industriali, ex cave o bacini idrici hanno restrizioni diverse legate al loro uso precedente o attuale e alla loro importanza per l’ecosistema locale o l’economia.
  • Le normative regionali: Ogni regione può applicare limiti diversi sull’uso del suolo per preservare le risorse naturali, regolare l’urbanizzazione, proteggere le aree agricole o gestire le risorse idriche.

 

Per calcolare la dimensione minima di terreno che può essere di interesse per un investitore, è necessario prima determinare la tipologia di terreno e quindi applicare la percentuale massima di utilizzo specificata dalla regione in cui si trova il terreno. Ad esempio:

  • Se un terreno agricolo ha una superficie di 10.000 metri quadrati e la regione permette un utilizzo del 20%, solo 2.000 metri quadrati possono essere sviluppati.
  • Per un terreno industriale, la percentuale di utilizzo potrebbe essere maggiore, ad esempio del 50%. Su un terreno della stessa dimensione, ciò significherebbe che 5.000 metri quadrati potrebbero essere utilizzati per il progetto.

Gli investitori devono valutare attentamente questi parametri perché influenzano direttamente la fattibilità e la redditività di un progetto. Un terreno con una bassa percentuale di utilizzo permesso potrebbe non essere economicamente vantaggioso se le dimensioni dell’impianto necessario per un ritorno sull’investimento sono limitate da queste restrizioni. Di conseguenza, le dimensioni minime del terreno di interesse varieranno in base a queste percentuali di utilizzo.

 

 

La differenza tra terreni industriali ed agricoli risiede principalmente nel loro uso previsto, nelle normative che li regolano e nel loro impatto ambientale:

 

 

Uso Previsto:

  • Terreni Industriali: Sono destinati a ospitare attività industriali, come fabbriche, magazzini, impianti di produzione, e talvolta anche infrastrutture energetiche come impianti fotovoltaici. Di solito, questi terreni sono situati in aree designate come zone industriali e hanno accesso a infrastrutture come strade per il trasporto pesante, energia elettrica e acqua industriale.

 

  • Terreni Agricoli: Sono utilizzati per l’agricoltura, incluse la coltivazione di colture e l’allevamento di bestiame. Questi terreni sono spesso situati in aree rurali e sono fondamentali per la produzione alimentare e la conservazione dell’ambiente.

 

Valore e Costi:

  • Terreni Industriali: Di solito, hanno un valore più alto rispetto ai terreni agricoli nelle stesse aree geografiche a causa della loro capacità di generare reddito industriale.
  • Terreni Agricoli: Il loro valore dipende dalla fertilità del suolo, dall’accesso all’acqua e dalla prossimità ai mercati per i prodotti agricoli.

Sviluppo di Progetti Energetici:

  • Terreni Industriali: Possono essere considerati più adatti per progetti energetici come impianti fotovoltaici perché l’infrastruttura necessaria, come l’elettricità e l’accesso stradale, è già presente.
  • Terreni Agricoli: L’installazione di impianti fotovoltaici su terreni agricoli può essere più complessa a causa delle normative sulla protezione dei terreni e può richiedere un bilanciamento tra la produzione energetica e la conservazione delle risorse agricole.

 

Nel contesto degli investimenti in progetti fotovoltaici, la scelta tra terreni industriali e agricoli dipenderà dalla normativa locale, dalla percentuale di utilizzo del suolo consentita, dalle dimensioni e dalla vicinanza alle infrastrutture di rete elettrica.

 

 

 

Per gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili, la scelta del terreno è cruciale in base agli obiettivi e alle possibilità offerte dalle diverse tipologie di terreno:

 

  1. Terreni Industriali e Comunità Energetiche: I terreni industriali sono particolarmente adatti per la creazione di comunità energetiche. Questo perché, oltre a essere già equipaggiati con le infrastrutture necessarie per lo sviluppo industriale, possono beneficiare di incentivi governativi o regionali dedicati alla produzione e condivisione di energia rinnovabile. L’ambito industriale può sfruttare l’energia prodotta sia per il proprio consumo che per la condivisione con altre entità all’interno della comunità energetica, ottimizzando così l’uso energetico e godendo di vantaggi economici grazie agli incentivi.
  2. Terreni Agricoli e Agrivoltaico: I terreni agricoli, d’altra parte, sono sempre più utilizzati nel contesto dell’agrivoltaico, un modello che combina la produzione di energia fotovoltaica con l’agricoltura. Ciò consente di massimizzare l’uso del terreno, generando energia pulita senza compromettere o ridurre la produzione agricola. Anche se è possibile installare impianti fotovoltaici tradizionali su terreni agricoli, l’agrivoltaico rappresenta una soluzione innovativa che rispetta e valorizza la vocazione primaria del terreno, garantendo al contempo un reddito aggiuntivo agli agricoltori e un uso più efficiente delle risorse.

 

In entrambi i casi, la pianificazione e la realizzazione di impianti fotovoltaici devono seguire le normative locali e regionali, che possono influenzare la percentuale del terreno utilizzabile e i relativi incentivi disponibili. La scelta tra terreni industriali e agricoli dipenderà quindi dagli obiettivi specifici dell’investitore, dalle caratteristiche del terreno e dalle politiche incentivanti vigenti nella regione in questione.

 

 

La tabella descrive le diverse opzioni contrattuali disponibili per gli investitori interessati all’acquisizione di terreni. Le opzioni sono suddivise tra contratti di Diritto di Superficie (DDS) e Acquisti diretti. Ecco i dettagli:

DDS (Diritto di Superficie)

  1. DDS Tradizionale
    • Canone Annuo: L’investitore paga un canone annuo per il diritto di utilizzare il terreno.
    • Durata: Il contratto ha una durata di 25-30 anni, a seconda delle preferenze dell’investitore.
  2. DDS Attualizzato
    • Pagamento Anticipato: L’investitore effettua un pagamento unico anticipato, che include uno sconto che può variare dal 40% al 50%.
    • Durata: Anche per questa opzione, il contratto si estende per un periodo di 25-30 anni.

Acquisto

  • Pagamento Unica Soluzione: L’investitore paga l’intero importo per l’acquisizione del terreno in una sola soluzione.